Preda dell'alcol per consolarsi degli scarsi successi letterari, scrittore in crisi allontana da sé il fratello e la donna che lo ama. Tenta il suicidio, ma la donna non si rassegna...
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Un piccolo trattato sull'alcolismo di Wilder sempre lucido e bravo dietro la cinepresa. Premiatissimo con oscar nelle più ambite categorie (film, regia, attore e sceneggiatura) è senza dubbio una pellicola di ottima fattura che oggi sente il peso dei suoi anni per via del suo classicismo. Senza nulla togliere alla regia un po' negligente, l'interpretazione di un attore negli anni d'oro di Hollywood specialmente quando la trama si concentra tutta su di lui non richiedeva lo sforzo che oggi gli standard esigono, si ha una prestazione quasi teatrale/automatica e quindi prevedibile contro la spontaneità e l'improvvisazione, più stimolante. Da aggiungere la colonna sonora onnipresente e troppo rumorosa per trasformare quell'intento di tensione in nevrosi. In definitiva si tratta di un capolavoro nel periodo in cui è stato concepito più nella forma che nei contenuti, viceversa dei capolavori attuali.